Per iniziativa di Alpine e del collettivo IDÉA (Initiative Dieppe Événements Alpine), nel weekend del 28 e 29 maggio si sono radunate più di 1.100 Alpine di tutte le generazioni a Dieppe, affiancando le personalità che hanno fatto la prestigiosa storia della Marca, per celebrare i 100 anni dalla nascita del suo geniale fondatore.
Jean Rédélé è un personaggio sorprendente. Nato nel 1922 a Dieppe, le sue ambizioni non si limitano a succedere alla guida della concessionaria Renault gestita dal padre Emile, uomo del Nord della Francia che si era rivelato un meccanico sufficientemente bravo da essere assunto da Louis Renault in persona. Dopo gli studi secondari compiuti a Dieppe, Jean Rédélé entra nell’HEC (Ecoles des Hautes Etudes Commerciales) a Parigi nel novembre del 1945 per ricevere una formazione intensiva. Esce nell’ottobre del 1946, conseguendo un ottimo voto (16/20) nella tesi di fine studi dedicata alla sua visione del commercio e della gestione dei concessionari Renault. Inviata a Pierre Dreyfus, numero 2 di Renault, questo ne prende conoscenza e l’apprezza a tal punto da affidare la concessionaria Renault di Dieppe a Jean Rédélé a scapito del padre Emile! A 24 anni, Jean diventa così il più giovane concessionario di auto in Francia.
Invece di comprare una bella auto di lusso americana o una sportiva italiana, cosa che non ha mai fatto, preferisce correre al volante di una modesta 4CV prima al Rally di Montecarlo 1950 e poi al Rally di Dieppe, dove vince. Questa performance gli permette di fare domanda per acquistare una 4CV 1063, un modello riservato alle gare, di cui inizialmente sono state prodotte solo 20 unità, di cui 13 per i “concessionari sportivi”. Al suo volante, si è classificato primo della categoria al Rally di Dax e al Giro del Belgio, secondo al Rally di Dieppe, terzo nel Tour de France Automobile e nella Liegi-Roma-Liegi nel 1951, ma la sua più grande vittoria sarà quella conseguita alla Mille Miglia del 1952, insieme all’amico Louis Pons nel ruolo di navigatore. Nel 1952 ottiene anche il quarto posto nella categoria (- 750 cm3) conquistato alla 24 Ore di Le Mans con la 4CV 1063 ufficiale insieme a Guy Lapchin.
Jean Rédélé sa che un’auto non deve avere un design immutabile, ma sa anche quanto sia caro apportare modifiche importanti. Preferisce l’evoluzione discreta e permanente, una specie di progressivo adattamento. Sa di non avere i mezzi per produrre tanto, per cui deve produrre a lungo. Ordina quindi un terzo modello a Michelotti. Sarà una cabriolet, in risposta a quella proposta da Chappe e Gessalin. A fine dicembre 1956, Michelle e Jean Rédélé vanno a vedere il prototipo direttamente a Torino. L’auto è consegnata a Dieppe a Gennaio 1957. La “Cabriolet A106”, la cui produzione iniziale sarà limitata a due sole unità, ha in sé il DNA della futura berlinetta. È da qui che nascerà il design dell’A108, da cui deriverà l’iconica A110, l’intramontabile berlinetta Alpine. Rédélé ce l’ha fatta. È un costruttore indipendente e si afferma come un manager con una vera visione del mercato.
Nel suo ruolo di manager, dà grande libertà ai suoi diretti collaboratori come suo cugino, Jacques Prieur, per la gestione della concessionaria Renault di Dieppe, o ad Etienne Desjardins per la gestione amministrativa della Société Alpine. Sa che solo il mondo delle competizioni potrà dare notorietà alla sua Marca e ha assoluta fiducia nel suo team di meccanici di gara guidati da Gilbert Harivel, a cui dà la libertà di scegliere chi reclutare, a tal punto che gli verrà affibbiato affettuosamente il nomignolo di “Juteux” (succoso, nel senso di redditizio) dai suoi devoti compagni.
Per gestire il team di piloti e il budget delle gare, si rivolgerà a José Rosinski e poi a Jacques Cheinisse, che unirà questa funzione a quella di Direttore Commerciale, prima di cedere questa attività a Bernard Pierangeli.
Indebolito dalla malattia, accetta, nonostante tutto, di partecipare alla manifestazione organizzata dall’Association des Anciens d’Alpine a Dieppe nel 2003. Sarà la sua ultima apparizione in pubblico. Muore nel 2007, dodici anni dopo che Renault aveva interrotto la produzione della Marca Alpine e … dieci anni prima che una nuova Alpine fosse presentata al pubblico.
Hubert d’Artemare, ex-Direttore Marketing di Renault lo ricorda così: “Jean Rédélé era un personaggio affascinante per l’eleganza, ma il tutto si celava dietro a un’apparente noncuranza che gli dava quell’aria da gentleman distaccato, mentre in realtà era un temibile condottiero determinato nelle sue scelte e nelle sue azioni “.
Sì, Rédélé era un uomo impressionante. Proprio come le sue berlinette, era abile e ammaliante. Proprio come loro è indimenticabile e forse … insostituibile.