Volkswagen: debuttano l’ID. Buzz e l’ID. Buzz Cargo

Con l’ID. Buzz e l’ID. Buzz Cargo, la Volkswagen Veicoli Commerciali e la Volkswagen presentano uno dei veicoli più avanzati e sostenibili dei nostri tempi. Ispirandosi al T1, i due van a emissioni locali zero fanno sbarcare il design di una delle più grandi icone automobilistiche nell’era dell’elettromobilità. Si tratta infatti della prima gamma di van e furgoni a essere prodotta e consegnata ai Clienti con un bilancio di CO2 neutro. L’utilizzo di un’elevata percentuale di materiali riciclati e la rinuncia alla pelle per la realizzazione degli interni completano la strategia di sostenibilità della Volkswagen Veicoli Commerciali e della Volkswagen adottata per l’ID. Buzz e l’ID. Buzz Cargo.

Le versioni europee dell’ID. Buzz e dell’ID. Buzz Cargo saranno lanciate con una batteria da 77 kWh (capacità energetica lorda: 82 kWh), che alimenta un motore elettrico da 150 kW che agisce sull’asse posteriore. La sua potenza di ricarica con corrente alternata (AC) è pari a 11 kW. Collegando il veicolo ai connettori CCS delle colonnine per ricarica rapida a corrente continua (DC), la potenza di ricarica sale fino a 170 kW. In questo caso, la carica della batteria viene portata dal 5 all’80% in circa 30 minuti. In linea con tutti i modelli della famiglia ID. Volkswagen, dal punto di vista tecnico anche l’ID. Buzz e l’ID. Buzz Cargo si basano sulla piattaforma elettrica modulare MEB della Casa.

Nell’ID. Buzz e nell’ID. Buzz Cargo i principali trend automobilistici dei nostri tempi si fondono in una gamma di van e furgoni moderna e al contempo versatile: elettromobilità, interconnessione intelligente dei sistemi di assistenza e infotainment, aggiornamenti del software over-the-air e compatibilità con concetti di mobilità completamente nuovi. L’iconico design degli esterni costituisce la sintesi visiva di tutti questi parametri. “Una caratteristica del tutto peculiare dell’ID. Buzz è il suo lato espressivo e vicino alle persone”, afferma Jozef Kabaň, Responsabile del Design Volkswagen. Sono poi le proporzioni a rendere unico l’ID. Buzz. La Volkswagen si rifà al modello divenuto un classico del passato: “Nel T1 il conducente era praticamente seduto sull’asse anteriore, dato che lo sbalzo anteriore era inesistente. È lo stesso con l’ID. Buzz, senza venire meno a nessuno degli attuali canoni imposti dalla sicurezza”. In effetti, questa caratteristica è evidenziata dalla lunghezza complessiva compatta pari a 4.712 mm combinata a un passo relativamente lungo (2.988 mm). Già nella versione T1, ossia il primo Bulli, il design era al servizio della funzionalità. Form follows function: questa la massima fondamentale nella realizzazione delle automobili che si applica anche al design dell’ID. Buzz. Le forme nettamente espressive vanno a braccetto con una straordinaria aerodinamica: l’ID. Buzz raggiunge un valore cx di 0,285, mentre l’ID. Buzz Cargo di 0,29. In tal modo si riduce il consumo energetico e si aumenta l’autonomia.

Il conducente e i passeggeri dell’ID. Buzz possono sperimentare l’atmosfera di un Bulli rivisitato, godendo di un ambiente interno dalla concezione open space. Come afferma Jozef Kabaň, “Si tratta di un veicolo caratterizzato da una progettazione interna molto logica e intuitiva, con numerose possibilità di sfruttamento dello spazio”. Entrambe le versioni dell’ID. Buzz offrono infatti uno spazio particolarmente generoso: gli accoglienti interni in stile lounge della versione van possono ospitare comodamente cinque persone con i rispettivi bagagli (capacità fino a 1.121 litri). Oppure è possibile portare il volume di carico a 2.205 litri ribaltando la seconda fila di sedili. Sul medio periodo seguiranno inoltre una configurazione a sei e una a sette posti, oltre a una variante a passo lungo. Sono invece i tre posti a sedere anteriori (in alternativa ai due) e una paratia fissa fra l’abitacolo e il vano di carico da 3,9 m3 a contraddistinguere la configurazione dell’ID. Buzz Cargo, che è in grado di alloggiare due europallet.

I due modelli ID. Buzz non sono stati solo studiati fin nei minimi particolari, ma anche progettati con grande cura dei dettagli. Un piccolo esempio è rappresentato, fra l’altro, dalle linee stilizzate che caratterizzano i rivestimenti laterali e dei sedili del cinque posti: un elemento che richiama sia il T1 sia lo studio del Microbus, la leggendaria showcar che la Volkswagen presentò nel 2000 a Detroit. L’iconico design degli esterni e degli interni dell’ID. Buzz e dell’ID. Buzz Cargo da un lato sintetizza una lunga storia di uno dei modelli di maggior successo che nasce dal miracolo economico tedesco, passando per il festival americano di Woodstock, fino ad arrivare ai giorni nostri. Ma dall’altro diventa anche il primo veicolo d’Europa nel suo segmento a essere sviluppato su una piattaforma completamente elettrica, che avanza con il suo DNA singolare verso il futuro, all’insegna di una mobilità intelligente, innovativa e sostenibile.

Con l’ID. Buzz, il Gruppo Volkswagen continua ad accelerare la sua trasformazione in produttore leader di veicoli puramente elettrici. Una delle tecnologie chiave di tale trasformazione è costituita dalla piattaforma elettrica modulare MEB. La prima piattaforma su larga scala per auto completamente elettriche sulla scena mondiale diventa infatti la base per i modelli e i segmenti più disparati di tutti i marchi. Attualmente già il 30% di tutti i veicoli elettrici del Gruppo si basa sulla MEB, ed entro il 2025 la percentuale è destinata a salire a oltre l’80%. Per la Volkswagen Veicoli Commerciali questo modello completamente elettrico rappresenta un tassello importante nella progressiva riduzione dell’impronta di carbonio dell’intera gamma di prodotti.

I nuovi modelli ID. Buzz e ID. Buzz Cargo vengono prodotti dalla Volkswagen Veicoli Commerciali nello stabilimento principale di Hannover.

Va detto che l’ID. Buzz non è il primo Bulli a trazione elettrica. Già 50 anni fa, in occasione del salone di Hannover, la Volkswagen presentò un T2 a propulsione elettrica dotato di motore posteriore. L’autonomia massima pari a 85 chilometri dimostrò, tuttavia, come la tecnologia delle batterie di questa piccola serie non fosse ancora idonea all’utilizzo. Ma fu allora, nel 1972, che nacque il sogno del Bulli a trazione puramente elettrica. E ora questo sogno diventa realtà.

Autore dell'articolo: Paolo Calovolo

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