Il Movimento ASA (acronimo di Attività Sportive Automobilistiche, che richiama la sigla utilizzata dal Gruppo Fiat per sancire l’unificazione dei programmi sportivi ufficiali per i marchi Abarth, Autobianchi, Fiat e Lancia negli anni 1978 e 1979) conta su oltre 3200 Collezionisti e Appassionati particolarmente preparati a livello tecnico e culturale sull’Automobilismo italiano.
Il primo sondaggio lanciato dal Promoter Paolo Calovolo, detentore del Marchio ed Organizzatore degli eventi ASA, ha avuto quale oggetto la produzione Abarth in senso “stretto”, ovvero comprendendo tutte quelle vetture (spesso esemplari unici o prototipi) che recano esclusivamente la dicitura Abarth quale “griffe” di costruzione, elaborazione o preparazione. Ed i risultati sono eloquenti in merito alla stima ed all’ammirazione che i cultori dell’Automobilismo italiano ripongono nelle migliori produzioni realizzate nella Factory di Corso Marche 38 a Torino, fondata da Carlo (Karl) Abarth e ceduta al Gruppo Fiat all’inizio del 1971.
A prevalere è stata la meravigliosa X1/9 “Prototipo” Gruppo 5 del 1973 (prodotta in 6 esemplari compreso quello stradale di presentazione a Mirafiori) che risultò particolarmente performante ed in grado di battere persino la Lancia Strato’s. Un progetto che rivelò le sue doti di grande vettura da Rally sino al 1975, anno nel quale fu accantonato in favore della 3 volte Campione del Mondo Rally Fiat 131 Abarth, certamente molto più apprezzata ed appetibile, a livello di immagine commerciale, da parte della Direzione Marketing Fiat.
Sul secondo gradino del “podio” spicca un’altro progetto molto “ardito” ma rimasto solo una buona intuizione: la SE (Studio Esperienze) 035, fortemente voluta da Giorgio Pianta, Capo Collaudatore Abarth dell’epoca. Si trattava di una Fiat 131 Abarth destinata a partecipare alla 24 Ore di Le Mans, missione mai compiuta in virtù della scarsissima efficienza aerodinamica ed alle basse velocità di punta (255 Km/h circa) dovute alla scelta del compressore volumetrico (in luogo del Turbocompressore) quale sistema di sovralimentazione, molto efficace nei rally quanto inutile in pista dove serviva sviluppare più potenza possibile.
Terza piazza per una vera “Opera d’arte” sia a livello estetico che tecnico: la 2000 Sport Prototipo che tanto seppe vincere in pista ed in salita, quanto ben figurare addirittura nei rally, grazie all’ardito esperimento “Abarth Osella” tentato da Cesare Fiorio al “Tour du Belgique” 1971 per cercare di far vincere il Campionato Europeo ai fuoriclasse Sandro Munari e Mauro Mannucci, abitualmente impegnati a far capolavori sulla poco potente Lancia Fulvia HF 1600.
Il resto della classifica racconta di vetture di leggendaria competitività e straordinaria bellezza, tra queste la SE 038 poi divenuta Lancia Delta S4 e la SE 031 vincitrice del Giro d’Italia 1975 con Pianta – Scabini, ma soprattutto dell’immenso talento italiano nell’ideare, progettare, costruire e far vincere, in gara come sui mercati, vetture che hanno scritto la Storia dell’Automobilismo mondiale. Un talento, purtroppo, andato disperso: l’Abarth FCA di oggi non ha niente a che vedere con quella di un tempo. Prima ce ne faremo una ragione, meglio sarà…
Le graduatorie del sondaggio ASA – Abarth (prime 25 classificate) sono disponibili sul Gruppo Facebook ASA 2018:
https://www.facebook.com/groups/1623189214600664/